I tg della 25esima ora quello che gli altri non dicono. Tg su suolo pubblico n 2 del 2023. “Oggi ne abbiamo la conferma: le associazioni Confesercenti e Confcommercio sono cadute dalle nuvole”.

 

I negozi stanno chiudendo da tempo, ancora prima della Pandemia e dell’avvento di Amazon. Si questi possono aver dato il colpo di grazia e causato un ulteriore chiusura delle piccole attività, dei negozi di vicinato. In questi giorni mi sono apparsi articoli che parlavano della città di Forlì e di Ravenna dove si faceva riferimento alla crisi dei negozi, saracinesche chiuse e cartelli affittasi e che si continuano ad aprire, in periferia, centri commerciali cosicchè si creano le condizioni perché i centri delle città muoiono. Gli stessi cittadini non trovando più i soliti servizi in città preferiscono cambiare casa e andare a vivere in periferia. Allora ora lo dico e posso dirlo, che questo è la sconfitta di Confesercenti e Confcommercio, perché la crisi è iniziata 30 anni fa e non in questo 2023. Se ne sono accorti solo ora? Queste associazioni sono gli interlocutori con la politica, dovevano lottare per questo bene prezioso, i negozi di vicinato, non lo hanno fatto oppure lo hanno fatto male, e così oggi leggere questi articoli che evidenziano il problema mi fa sorgere queste domande.

I centri commerciali e i supermercati hanno invaso le nostre città, basta guardare la nostra bella Cesenatico che in mezzo km troviamo 5 supermercati. Proviamo a pensare solo al reparto gastronomia di un supermercato dove si vendono cibi cotti   che se non si vendono vanno buttati, i prodotti che scadono, la carne fresca non venduta. Il liberismo permette di aprire supermercati uno vicino all’altro non considerando che l’offerta diventa tre o quattro volte superiore al bisogno dei cittadini. Ma quanti quintali di merce va buttata per poi doverla riprodurre. Per non parlare della plastica per impacchettare il tutto. L’usa e getta. Questa è la liberalizzazione ma quanto abbiamo inquinato e creato immondizia in questi 30 anni?  Noi qui ne abbiamo l’esempio lampante l’Iper mercato a Savignano sul Rubicone che aprii i battenti in autunno 1992. Già allora i negozianti e gli ambulanti di Cesenatico avevano iniziato a capire che bisognava monitorare questo nuovo avvento, perché questo avrebbe potuto creare una crisi economica alle piccole attività commerciali. In effetti ci fu un incontro dove piccoli commercianti, Confesercenti e Confcommercio ed il sindaco di allora si sono incontrati all’hotel Miramare di Cesenatico, preoccupati per l’imminente apertura dell’iper di Savignano. La risposta del sindaco di sinistra Luciano Natali fu che un iper ogni 100 chilometri ci vuole per calmierare i prezzi, soprattutto quelli alimentari. Il futuro ci dirà che non erano i 100 chilometri ma i dieci o venti la distanza tra l’uno e l’altro con il risultato di aver calmierato i prezzi? Forse, ma sicuramente di aver fatto una strage di piccoli negozi di vicinato. I primi a rimetterci sono stati i negozi di alimentari a conduzione famigliare, in poco tempo hanno chiuso tutti e poi via via anche chi non vendeva articoli alimentari. Tanto è vero che se fino i primi anni 80 il turista di Cesenatico poteva consumare una parte della sua vacanza a fare shopping nei negozi, tanta era l’offerta in quegli anni, ora questo non è più possibile non esistono più quei negozi, sono stati sostituiti da bar, pub, ristoranti, gelaterie e quant’altro sul mangiare. La mia denuncia è che non c’è stata una volontà politica di salvaguardia delle piccole imprese, dei piccoli negozi anzi, al contrario la politica ha fatto leggi per favorire il più possibile l’apertura di questi iper. E qui la mia denuncia: dove sono stati per 30 anni i nostri sindacati che non hanno mosso un dito per proteggere i loro tesserati?. Era lampante che i piccoli negozi avrebbero chiuso. La politica ha influenzato anche i sindacati; difatti in quegli anni molti politici sono stati assunti o, in qualche modo messi a servizio delle associazioni di categoria. Il risultato? Come dicevo prima chiusure dei negozi di vicinato e aperture incondizionate di iper mercati. E ora fanno le lacrime di coccodrillo? Chi è causa del proprio male (perdita del 80-90% dei tesserati) pianga se stesso. Quindi c’è stata un progetto, una volontà politica che ha portato a questa situazione: apertura di grandi ipermercati e morte dei piccoli negozi di vicinato con il silenzio delle associazioni Confcommercio e Confesercenti