IL DISCORSO DI PRESENTAZIONE, SPIEGAZIONI E PROPOSTE del Presidente dell’associazione SMAC Sabina Magalotti.👇

Dobbiamo per prima cosa renderci conto che il mercato non è solo delle amministrazioni, degli ambulanti, dei sindacati, ma il mercato è anche dei cittadini.

Quindi quando si toglie un mercato, una fiera si deve valutare il disagio dato ai clienti cittadini e non. Il mercato è un importante appuntamento per la gente, serve per equilibrare i prezzi e soprattutto è una risorsa per la comunità, perché i soldi che si spendono al mercato formano un’economia circolare a beneficio della comunità. Quindi è una ricchezza, oltre ad essere Storico, infatti i mercati nelle città dovrebbero essere tutelati come monumenti Storici. Il mercato di Cesena è un mercato antico, nato come luogo di incontro di artigianato, commercio e venditori agricoli e di bestiame.

E’ stata istituita questa commissione, in quanto si vuole sapere le problematiche del mercato ambulante e quindi trovare soluzioni per fare ripartire il mercato.

Secondo noi prima di esporre le criticità e dare idee, dobbiamo farvi capire da dove è nato il problema; dal quale auspichiamo in una collaborazione per trovare insieme soluzioni per risollevare il mercato ambulante.  Il Problema è nato da quando c’è stata la liberalizzazione. Quando io ho iniziato a fare la commerciante, nel 1995, ho dovuto dare l’esame per il REC. Le licenze erano contingentate e c’erano i settori merceologici, quindi si aveva anche un mercato più vario, più diversificato nella merce messa in vendita, in più non ci si improvvisava commerciante. Vi faccio capire meglio, quando nel 1992 ha aperto l’Ipermercato a Savignano sul Rubicone per potere aprire e vendere determinate tabelle merceologiche ha dovuto comprare le licenze dai negozianti di Savignano sul Rubicone. Con la liberalizzazione invece gli ipermercati non avevano più bisogno di comprare le licenze, ma bastava fare richiesta al comune ed il comune gli avrebbe dato la licenza, ed ecco che qui poi sono iniziati a spuntare centri commerciali e supermercati, come funghi. Di certo la liberalizzazione non è stato un vantaggio per una piccola attività commerciale sia a sede fissa che al mercato, che in 30 mq quadrati, anche se poteva vendere di tutto, non avrebbe mai potuto fare concorrenza ad un centro commerciale, dove aveva ampio spazio per potere vendere di tutto. Ma la liberalizzazione è stata sbandierata come un grande successo da parte delle associazioni, che avrebbero invece dovuto monitorare e difendere le piccole attività commerciali come il loro ruolo prevedeva.

Da qui è la possibilità di vendere anche solo un ramo d’azienda, e cioè: potevi vendere ogni posteggio singolarmente.

Con la liberalizzazione le tabelle merceologiche sono diventate solo 2: alimentari e non alimentari. Ma ancora più importante da dire che prima della liberalizzazione quando tu vendevi la tua azienda non potevi intestarti un’altra licenza prima di 5 anni, questo serviva per non fare speculazione.  Si è venuta a perdere così la professionalità del commerciante, e quindi il decadimento anche della qualità della vendita, perché senza esperienza non puoi diventare un bravo commerciante. Queste leggi, invece di essere un vantaggio per il piccolo commerciante, sono state solo uno svantaggio.

Questo ha creato anche la chiusura di un comparto commerciale importante che caratterizzava la nostra economia italiana: l’artigianato. L’Italia era il paese che aveva l’artigianato più bello e riconosciuto in tutto il mondo, anche qui con la liberalizzazione e quindi l’importazione da paesi dove la manodopera è a basso costo, ha fatto chiudere fabbriche ed artigiani e di conseguenza si è venuto a perdere la differenziazione che si aveva con l’artigianato italiano sui banchi del mercato.  Ma nessuno si è opposto a questo e questa liberalizzazione ha avuto i suoi effetti drammatici nei confronti delle piccole attività commerciali, creando desertificazione nelle città, visto la continua chiusura di negozi e la perdita anche di attività storiche, che non hanno trovato chi le potesse sostituire, proprio perché non si riesce a fare concorrenza alle multinazionale.  Molte multinazionali hanno la sede fiscale all’estero e si trovano a pagare tasse molto più basse eludendo così le tasse, le piccole attività commerciali italiane  le tasse invece le pagano in Italia. Nessuno si è opposto a questo, soprattutto da parte di chi aveva il compito di farlo.  In questi anni poi con l’avvento di Amazon i problemi si sono amplificati. Anche qui il problema c’è ! ma nessuno prova a trovare una soluzione , con la politica nazionale per risolverlo e creare così una concorrenza più leale nei confronti delle piccole attività commerciali.

Arrivati a questo punto, progettare una crescita del piccolo commercio è più complicata e difficile.

Come associazione SMAC,  già dal primo appuntamento con l’assessore Ferrini ci siamo resi disponibili per cercare di risolvere insieme le diverse problematiche che ci sono nel mercato di Cesena, e molti punti che esponiamo questa sera all’assessore Ferrini li abbiamo già esposti anno scorso. Quindi ne è a conoscenza.

Abbiamo fatto presente all’amministrazione, un paio di volte, che da quando il mercato è stato ristrutturato e sono stati spostati gli ambulanti che erano sul marciapiede in viale Mazzoni, gli ambulanti di viale Mazzoni lato zona Lugaresi hanno avuto un disagio. Quindi ora che il mercato è nel suo assetto definitivo, bisognerebbe studiare assieme all’amministrazione delle soluzioni per riuscire a riqualificare anche quella zona del mercato. Secondo noi, si potrebbero creare dei parcheggi che per il mercoledì e sabato sono a disposizione della clientela del mercato da quel lato. Rivalutando, sentendo sempre gli ambulanti interessati di questa area, un assetto più omogeneo ed uniforme. Purtroppo questi ambulanti da quando c’è stato lo spostamento hanno risentito di questo cambiamento. In questa area poi non ci sono servizi per i commercianti, è stato messo un bagno di quelli che usano nei cantieri, ma questi bagni per le donne sono improponibili, vi assicuro, soprattutto se sei in quei giorni del mese. Come associazione avevamo chiesto un bagno tipo quello lungo via IX febbraio che è anche un bagno che si igienizza ogni qual volta lo si usa.

Un altro problema urgente da risolvere è quello che, siccome stanno facendo i lavori lungo i marciapiedi in Viale Mazzoni, hanno posto un cantiere in piazza San Domenico. Questo ha portato via spazio agli ambulanti spuntisti. Adesso io non so quanto dovrà stare il cantiere, magari voi mi potete rispondere, perché se si protrarrà a lungo si deve trovare degli stalli alternativi per questi ambulanti spuntisti,  che hanno sempre aperto al mercato di Cesena. In  una città come Cesena sarebbe una bella cosa, secondo noi, ampliare il reparto alimentare. In altre città come Cervia, Ravenna, Savignano Sul Rubicone, Cesenatico hanno un reparto alimentare molto più assortito.  Come avete detto lunedì, che il cibo fa da traino negli eventi fieristici, la stessa cosa vale per il mercato settimanale del mercoledì e del sabato mattina.

Per riqualificare alcune fiere bisogna mettersi a tavolino e iniziare a fare dei progetti insieme, visto che in questi anni alcuni ambulanti hanno riconsegnato le licenze in comune. Non si devono sopprimere i mercati come è successo per la Fiera di Natale del 4 dicembre, i diritti vanno mantenuti sia per gli ambulanti che per i consumatori. Le licenze sono state consegnate in comune, anche perché, molti ambulanti per andare in pensione prima, hanno usufruito della legge sulla rottamazione delle licenze.  Vi do altre motivazioni sul perché è un errore sopprimere la prima domenica di Natale. Il tempo è una di queste motivazioni, infatti, quest’anno alla fine abbiamo fatto una domenica su tre, perché domenica 11 ha piovuto ed è stato brutto tempo tutto il giorno. Il periodo Natalizio è da sempre stato il periodo commerciale più atteso. Infatti ogni città si prodiga per creare un’aria natalizia per attirare gente e così incentivare anche gli acquisti natalizi. Ogni città ha il suo mercato domenicale che iniziano sempre le prime domeniche di dicembre. Gli stessi ipermercati, lavorano meno, ma non gli viene voglia di chiudere la domenica, anzi questi stanno aperti 24 ore su 24, ormai. Togliere una domenica è dare al consumatore o al cliente la possibilità di andare a fare i suoi regali da un’altra parte.  Sappiamo bene che per acquistare un cliente ci vuole tanto, per perderlo basta poco e togliere questo servizio, può essere un motivo per perdere clienti. In più ci troviamo ulteriormente a favorire le multinazionali locali che si troverebbero senza concorrenza del mercato, in questa giornata importante. Il mercato attira gente e quindi ravviva la città e ne possono beneficiare anche i negozi del centro.

Ho sentito dire che il centro di Cesena è vivo solo il mercoledì e sabato mattina, quindi a maggior ragione questa domenica è importante per tutti.

Al consumatore è stato chiesto se voleva che il 4 dicembre fosse soppresso? E’ stato fatto un sondaggio agli ambulanti titolari di concessione decennale da parte delle associazioni FIVA e ANVA?

Noi come associazione SMAC abbiamo raccolto le firme e con queste abbiamo raccolto due dati importanti che portiamo alla vostra attenzione! Siamo anche venuti a conoscenza che questa decisione è stata presa senza ascoltare i propri associati, ma è stata una scelta presa dai vertici FIVA e ANVA. Come lo sappiamo? più di 1 dei loro tesserati ce l’hanno confermato. Tra l’altro alcuni di loro hanno anche firmato la nostra petizione per chiedere di ripristinare la domenica del 4 dicembre.  Abbiamo protocollato 164 firme tutte di ambulanti del mercato di Cesena (da qui si evince anche quanta solidarietà ci sia stata da parte di colleghi che questa fiera non la frequentano). 69 firme su 164 sono titolari di concessione decennale della Fiera del Natale che conta 113 concessioni. In più abbiamo anche chiesto da che associazione si fanno rappresentare. Su 164 firme, prendendo in esame le associazioni che fanno parte di Cesena, troviamo che hanno firmato 34 associati SMAC, 15 di Confcommercio FIVA Cesena e 7 di Confesercenti ANVA Cesena. Ora comunque possiamo dire che abbiamo l’epilogo di questa situazione perché l’amministrazione non ci ha fatto recuperare il 4 dicembre, ma ha accolto la nostra proposta, arrivatagli attraverso il difensore civico dell’Emilia Romagna, di fare recuperare il mercato perso del 4 dicembre assieme agli ambulanti del mercato settimanale in data 16 aprile, dove è previsto da calendario un mercato straordinario. In più tutte e tre le domeniche di Natale sono inserite nel calendario Fiere e Mercati 2023, quindi molto probabilmente avevamo ragione noi.

Se il problema delle domeniche di Natale è fare partecipare i commercianti a tutte e tre le domeniche, si può fare come fanno a Forlì chi non è presente la prima domenica non partecipa alle altre due. Questo si può fare, perché essendo un’unica concessione il posto va a spunta  e così se un titolare di concessione non si presenta, viene dato il suo posto allo spuntista che usufruirà del posto per le tre domeniche.

Per le fiere di Natale alcuni ambulanti, titolari di concessione decennale, devono tutti gli anni andare a scegliersi il posteggio. Questo perché il loro posto è stato eliminato.  Noi pensiamo che sia giunto il tempo di dargli un posto definitivo, perché anche non avere un posto fisso crea comunque un disagio sia ai commercianti   che alla clientela.

Ora vogliamo fare un appunto sul Black Friday. Quest’anno era stato istituito un mercato straordinario a tema Black Friday il 27 novembre, (quindi una settimana prima del 4 dicembre) aggiunto nella delibera che ha soppresso il 4 dicembre. Secondo noi dobbiamo smettere di andare a copiare quello che fanno le multinazionali, perché sarebbe una battaglia persa. Noi dobbiamo portare a conoscenza alla gente quanto è bello il mercato, che al mercato puoi trovare il risparmio tutto l’anno, che il mercato con le sue tante bancarelle ha diversità di prezzi e puoi trovare articoli per ogni possibilità economica dal prodotto a basso costo al capo d’abbigliamento di prezzo. Tante piccole attività all’aria aperta ognuna con il suo stile e la sua peculiarità! Questo è quello che dobbiamo promuovere quello che siamo! non copiare e cercare di essere quello che non siamo. In più un mercato black Friday prima di Natale va a rovinare l’economia sotto Natale che è il momento dell’anno dove il commerciante porta a casa qualcosa in più per l’acquisto di doni e naturalmente ti togli qualche sfizio in più. Anche qui ci risulta che è stata una scelta senza avere interpellato gli stessi ambulanti, infatti molti non sapevano neanche che era stata istituita e promossa, questa giornata, come Black Friday.

Già l’avvento dei saldi subito dopo il primo gennaio ha creato un calo delle vendite sotto Natale, anche qui chi ci guadagna? Le multinazionali! se ci si mette anche il black Friday prima di Natale ci si dà un ulteriore zappa sui piedi.

Secondo noi bisogna creare un ricambio generazionale e per questo bisogna fare conoscere questo lavoro ai giovani. Perché il mercato è una possibilità di lavoro per i giovani, che partendo da un piccolo investimento possono aprire la loro attività commerciali e poi pian piano ampliarla. Per questo sarebbe bello e importante coinvolgere le scuole professionali di Cesena, per inserire il mercato nel loro programma di stage.

Bisognerebbe attuare attraverso un’opera di persuasione migliorie e abbellimenti di alcuni banchi di modo che anche la sola vista appaga il cliente che passeggia nel mercato. Naturalmente non possiamo discriminare alcuni ambulanti, perché appunto c’è la liberalizzazione. Tanto è che anche nei supermercati trovi prodotti a prezzo basso molto concorrenziali, e puoi trovare di tutto dal giocattolo a basso costo, al pigiama, all’elettrodomestico, alle scarpe.

Però quello che c’è di bello è che il mercato si regolamenta da solo. Vi faccio un esempio: abbiamo avuto il periodo tanti anni fa degli indiani che vendevano bigiotteria. Facevano banchi uguali e addirittura compravano il posto anche vicino al loro concorrente. E’ stata una fase, poi hanno pian piano hanno venduto. La stessa cosa è successa coi banchi dei cinesi dell’abbigliamento ed anche qui se notate ora ne trovate molto meno, perché anche loro hanno venduto.  Come notate se non si lavora chiudi, il mercato si regola da solo.

Non si qualifica un mercato lasciando fuori gli ambulanti, ma si qualifica un mercato quando si dà a tutti la possibilità di lavorare, magari cercando come ho detto sopra e qui lo ribadisco di attuare attraverso un’opera di persuasione migliorie e abbellimenti di alcuni banchi di modo che anche la sola vista appaga il cliente che passeggia nel mercato.

Cercare un maggior dialogo con gli ambulanti e far capire che stare alle regole tutti, giova a se stessi e anche la bellezza e funzionalità del mercato. Poi il mercato va pubblicizzato e promosso facendo tanta pubblicità, come io in questi anni sto facendo tutte le settimane, ed ora grazie all’associazione possiamo ampliare anche questo progetto con i soldi degli associati investiamo in pubblicità.  I nostri spot sulla pagina Gioia Emilia Romagna hanno un grande impatto arriviamo anche a raggiunte dalle 30 alle 40 mila persone. Noi come associazione sotto Natale, oltre alla tanta pubblicità Facebook, abbiamo fatto il cartellone davanti all’ippodromo ed ora per la primavera lo abbiamo già bloccato per un mese per pubblicizzare gli eventi primaverili. Quindi come associazione SMAC chiediamo un contributo, almeno il patrocinio gratuito, per le tasse pubblicitarie che sia l’amministrazione a sponsorizzarle, perché per un mese di cartellone si pagano 203 euro di tasse pubblicitarie.  Vogliamo fare un appunto: da quando non c’è più il Consorzio il mercato non viene più pubblicizzato da parte delle amministrazioni e dei sindacati. Loro stessi hanno detto lunedì che il mercato va pubblicizzato ed è un valore aggiunto. Se ne sono accorti lunedì che è un valore aggiunto?

In più, secondo noi, bisogna creare sinergia con i negozi. Dare servizi adeguati di trasporto delle persone verso il mercato, creare coesione con i pubblici esercizi promuovendo servizi particolari per il giorno del mercato. Un’idea? sarebbe quella di istituire un premio patrocinato dall’amministrazione alle scuole del territorio che faranno il racconto più bello sul mercato ambulante e quindi una scuola elementare, una scuola media, una scuola superiore premiata con oggetti o buoni spesa utili alla scuola stessa naturalmente offerti dal comune.