Che ribrezzo vedere Mancini, il nostro ex commissario tecnico della nazionale, fare il gesto delle tue dita sulla spalla per dire vaccinatevi. Così come lui tanti altri. In fondo stare con il potere ti dà potere. E allora tutti in fila a fare i bravi ed ubbidire al potere. Dove c’è potere c’è obbedienza da chi ha vantaggi da questo potere. E allora nessuna voce fuori dal coro se non in improbabili e secondari palinsesti tv e radio poco raccomandabili, dicono i principali programmi informativi televisivi. Non ci poteva essere e non ci può essere un’altra idea che quella detta da Raiuno, Raidue, Raitre che era sempre quella; un Tg valeva l’altro. Tutti alle dipendenze del potere politico e lui, il potere politico, che elargisce fiori di milioni di euro alle testate giornalistiche che senza quelli, molti avrebbero già smesso di pubblicare. Ma torniamo a Sanremo dove, finalmente, qualcuno esce dal coro, non dice quello che le istituzioni vuole che venga detto e cioè: “stop al genocidio” “stop alla discriminazione razziale”. Soprattutto la prima frase detta dal cantante Ghali ha sconvolto tutta la nomenclatura politica del festival di Sanremo e del governo. C’è stato un messaggio televisivo da parte del direttore della Rai che chiedeva scusa per questa frase : Stop al genocidio.
Forse che Ghali abbia sbagliato? doveva essere più preciso e dire stop alla guerra perché sono morti più di 15.000 bambini, in più molti sono rimasti orfani senza più nessun familiare. Cosa si può dire di questo direttore di rete e di quelli come lui? Bé penso che quello che lo ha spinto a fare questo messaggio, indicibile per tutti, sia il fatto che deve ubbidire a degli ordini dall’alto e se non ubbidisce perde il posto e tutti i suoi vantaggi economici e quant’altro. Possiamo dire che non è più la coscienza, quella umana, che abbiamo tutti alla nascita, che fa agire in modi come quello del direttore della Rai ma il potere del soldo e della onnipotenza che ti dà il soldo. Primo Levi nel suo libro ”Se questo è un uomo” parla dei kapò nei campi di sterminio nazisti. I kapò erano ebrei che venivano assoldati per tenere a bada gli internati. Ebreo contro ebrei.
E per rimanere kapò doveva dimostrare estrema violenza contro chi non ce la faceva a fare quello che gli veniva chiesto, altrimenti veniva declassato e rimandato insieme a tutti gli altri, con le conseguenze, per lui il kapò destituito, immaginabili. Quindi per paradosso i kapò ebrei erano ancora più violenti degli stessi soldati tedeschi. Ecco se pensiamo un po’ alla nostra vita quotidiana ci accorgiamo che attorno a noi e forse noi stessi ci comportiamo come dei Kapò. L’unica cosa che cambia, per ora, è che non siamo in un campo di sterminio.
Firmato il mascalcino
ANCHE IO DICO STOP AL GENOCIDIO