La storia della Gazza Ladra e dello Scoiattolo.

Di come un gioco (uno scherzo) può diventare pericoloso.

Era un giorno d’estate uguale a tutti gli altri, anzi no, faceva un gran caldo. Come tutti i giorni la Gazza Ladra e lo Scoiattolo si riparavano dal gran caldo all’ombra di un gigantesco noce.

Tutti e due erano appollaiati sul proprio ramo, abbastanza vicini ma non troppo. Stavano fermi immobili sui loro rami aspettando che i raggi del sole, scivolando verso il basso, facessero meno caldo da permettere così di muoversi senza sudare. Mancava ancora molto allo scendere del sole quando lo Scoiattolo, girandosi e rigirandosi sul proprio ramo, vide una cosa mai vista prima: un mallo gigante che nascondeva dentro una noce gigantesca proprio il mangiare preferito dello scoiattolo.

Non aveva mai visto una noce così grande. Subito pensò “è meglio che vada subito a prenderla, perché potrebbe fare gola a qualche altro abitante del bosco“. Così si rizzo sulle sue quattro zampe, si stiracchiò i muscoli e cominciò a spostarsi da un ramo all’altro verso quella grande noce. Quando la Gazza Ladra vide lo scoiattolo spostarsi da un ramo all’altro penso “Hei! ma dove va con questo caldo!“, questo comportamento dello scoiattolo  la incuriosì molto e così lo seguì con lo sguardo finché capì qual era l’obiettivo: la grande noce!. Lei, la Gazza Ladra si chiama così, perché gli piace prendere o rubare tutto ciò che luccica e questa Gazza Ladra si stava annoiando tantissimo e allora pensò di fare uno scherzo allo scoiattolo.

Senza pensarci due volte spicco il volo e si diresse verso lo scoiattolo che ormai aveva la grande noce in bocca e la stava portando nel suo nido. Preso alle spalle con colpo fulmineo del becco la gazza ladra rubò la noce dalla bocca dello scoiattolo. È’ stato facile per la gazza ladra, quel gesto lo faceva sempre quando vedeva le perline che luccicavano, ma non aveva previsto che la noce era troppo grande per il suo becco e così gli cadde andando a finire sul fondo di un piccolo laghetto.

Non vi dico la rabbia dello scoiattolo che provo a rincorrere la gazza ladra ma lo scoiattolo non avendo le ali non poteva spiccare il volo, la gazza ladra con un mezzo sorrisetto si alzò in volo rassicurata dal fatto appunto che lo scoiattolo non potesse volare. Passarono i giorni e tutto era tornato come prima su quel noce. Proprio tutto come prima veramente no! Perché lo scoiattolo pensava continuamente a come fargliela pagare a quella stupida gazza ladra che gli aveva fatto perdere la gigantesca noce. Di lì a poco gli capito l’occasione di vendicarsi, infatti camminando per il bosco vide una cosa che luccicava: era un anello con una grande perla luminosa, sicuramente l’aveva perso qualche essere umano. Il piano dello scoiattolo era di prendere l’anello e incastrarlo in una fessura del noce, in modo che per prenderlo la gazza ladra doveva fare fatica, perderci un po’ di tempo, così lui di nascosto potesse raggiungerla e vendicarsi. Così fece. Quando la gazza ladra era in volo e non poteva vedere lo scoiattolo infilò l’anello in una fessura stretta del tronco del noce.

La trappola era pronta, lo scoiattolo torna sul suo ramo e aspetta il ritorno della gazza ladra. Non ci volle molto che la gazza ladra, tornata sul suo ramo, vide il luccichio dell’anello e senza pensarci due volte spicco il volo e si appoggiò vicino al tronco dove c’era l’anello. Lo scoiattolo fece una bella trappola alla gazza ladra, perché la fessura era troppo stretta e prendere l’anello che era incastrato bene era molto difficile anche per un’esperta come la gazza ladra. Con un gran balzo lo scoiattolo arrivò vicinissimo alla gazza ladra  aprì la bocca per dagli un grande morso, ma la gazza ladra vide lo scoiattolo e fece in tempo ad evitare il grande morso ma sentì comunque un grande dolore,  lo scoiattolo era riuscito a staccarli una piuma dalla coda.

A quel punto la gazza ladra spiccò il volo verso lo scoiattolo che cominciò a correre per tutto il tronco fino ad arrivare a terra. Lo scoiattolo era terrorizzato la gazza ladra stava per raggiungerlo ma per sua fortuna dovette rallentare per non rischiare di infilare il becco nella terra, lo scoiattolo ebbe così il tempo di correre dentro una siepe molto folta, al sicuro. Nel frattempo la rabbia della gazza ladra era talmente tanta che non si fermò prima della siepe e ci finì dentro, incastrata con le ali aperte e immobili. Era la prima volta che i due si trovarono così vicini, si guardarono a lungo.  La gazza ladra pensò “ Ma guarda un po’ doveva essere un semplice scherzo. A me poi non piacciono neanche le noci! e adesso così sono in imprigionata senza scampo, sono proprio una stupida!”.

Lo scoiattolo invece pensava: “Mi è andata bene, potevo essere io quello imprigionato dal becco della gazza ladra e potevo finire male, per cosa poi ! per una noce uguale a tutte le altre solo un po’ più grande? Mentre ognuno di loro pensava i loro sguardi si incontrarono a lungo come per dirsi “Come siamo stati stupidi!, ad arrivare a questa situazione.  Che ci serva da lezione! che non succeda mai più! che per uno scherzo stupido si rischi anche di morire! Si guardarono ancora e sembrava che ognuno sapesse il pensiero dell’altro. A volte gli sguardi possono sostituire le parole.

Allora lo scoiattolo aiutò la gazza ladra a liberare le ali dai rami del cespuglio. Una volta libera si abbracciarono e divennero amici per sempre