di Marco Mazzuoli
Che gioia quando ascoltavamo la radio, le partite di calcio. Avevi, per 90 minuti più recupero, il brivido lì pronto ad esplodere quando sentivi “Ameri qui Ciotti da Firenze ha segnato Antonioni, la Fiorentina conduce uno a zero, a te Ameri”. Per me un brivido di gioia, per i tifosi juventini, un brivido di tristezza. Questo fa pensare ad una cosa: e se quella partita, in realtà, non fosse mai stata giocata, ma fosse stata solo un’invenzione dei telecronisti? Beh, la sensazione del brivido in quel momento era originale, pura, non finta.
Questo per dire che noi esseri umani, in questa epoca piena di stimolazioni informative, possiamo avere sensazioni di piacere o di delusione vere senza avere la certezza che l’informazione sia giusta o sbagliata.
Ma anche il modo nel quale viene data un’informazione può causarti stimoli di compiacimento o di disaccordo. Allora come facciamo a sapere se la partita è stata giocata veramente o se è stata solo una narrazione dei due conduttori radiofonici di una partita mai giocata?
Per prima cosa all’ascoltatore radiofonico gli deve venire il dubbio e questo non è scontato, specialmente nel tifoso della squadra che ha vinto. Poi all’indomani leggendo i vari giornali verifica se la partita è stata giocata e se è stata giocata legge i commenti dei giornali e si evincerà che il giornale che esce a Firenze parlerà di una grande Fiorentina e il giornale che esce a Torino parlerà di una partita che doveva finire 0 a 0 o anche 1 a 0 per la Juve. Dov’è la verità? Che fatica andare a cercare la verità però!
Sicuramente non bastano i commenti dei vari giornali. Per avere una mia idea, dovrei rivedere la partita per poi giudicarla in modo imparziale senza condirla con il tifo per la mia squadra. Ma chi lo fa? Nessuno o pochissimi. Andare a riguardarsi la partita vorrebbe dire perdere 100 minuti del proprio tempo e si hanno tante cose da fare. E allora si crede al proprio tifo: grande partita per i tifosi della Fiorentina. Partita da 0 a 0 e se una squadra doveva vincere era la Juve per i tifosi Juventini. Ma nello sport, questo può essere permesso o meglio accettato anche se a più riprese si cerca di mandare i messaggi di sportività nelle competizioni e di conseguenza di fair play tra i tifosi. Ma che emozione quando il tifo non è regionale ma diventa nazionale.
Le emozioni sono le stesse anzi ancora più forti, i brividi diventano brividissimi.
Un esempio per tutti, che a me è molto caro, è il ricordo delle imprese di Marco Pantani e di quando Adriano De Zan, copiando altri telecronisti, diceva: un uomo solo al comando, un grande ciclista, un campione Marco Pantani.
Ecco il fatto che nei tifosi di tutta Italia ci fosse un uomo solo al comando e fosse un italiano era da pelle d’oca. Tutti davanti al televisore pedalavano insieme a Marco. Poi qualcuno ha voluto distruggere questo mito perché sempre l’informazione battente di Tv, radio e giornali si sono abbattute come un uragano contro il povero Marco Pantani.
Il giorno dopo la squalifica di Marco tutti i giornali e programmi radiofonici e televisivi in un batter d’ali hanno buttato tonnellate di infamie e di sporcaggine culturale sul povero Marco. Dall’altare alla polvere in un secondo. E la gente? La gente, la maggior parte, si accodava a ciò che dicevano i giornalisti i quali comportandosi da voltafaccia hanno riempito i loro articoli di infamie contro il povero Marco. Ma! Qual è la verità? Con il tempo, sono passati più di 10 anni, qualche giornalista ha provato a rileggere i fatti accaduti a Madonna di Campiglio e sembra che dietro ci fossero le scommesse clandestine della mafia.
E allora? Qual era l’informazione giusta da dare? Non sicuramente quella che è stata data da tutti dopo la squalifica di Madonna di Campiglio. Ma quella è servita per distruggere un mito. Un campione vero, un fuoriclasse.
Dal più amato al più odiato, tranne, sicuramente, nella sua Romagna.
E allora dov’è la verità sportiva? Ma dov’è, a questo punto, la verità politica? Le informazioni sono sempre gestite da giornalisti ed editori e in questo particolare momento storico mai liberi di pensiero perché ricattati dai nuovi padrone del mondo. Ne andrebbe di mezzo il futuro lavorativo con gli annessi stipendi d’oro. E allora cosa possiamo fare per evitare di prendere per vere informazioni spesso truccate, strumentalizzate. Anche qui la prima cosa che uno deve fare è porsi la domanda: ma è corretto quello che ci dicono? Questo ti indurrebbe a trovare una risposta a questa domanda, e cioè per capire se quello che ti dicono è vero o falso bisogna informarsi e avere voglia di sentire più pareri possibili. Ora, con questa informazione, ne abbiamo spesso uno solo.
Ma c’è un ostacolo per fare questo, già l’ho detto prima, ci vuole tempo e il tempo oggi non ne abbiamo mai abbastanza: lavoro, figli, spesa, divertimento, salute eccetera.
Lo sanno i “potenti“ quelli che ci comandano e che ci indirizzano con i loro mezzi a prendere posizione a loro consone senza accorgerci che non lo sono per noi popolo. Guarda caso che gli unici che possono solleticare questo modo di fare potere e fare consenso sono le università, le scuole superiori. E guarda caso con i nuovi programmi e i nuovi obiettivi che i politici hanno per le università ci sarà un appiattimento culturale, un sentirsi un numero, dove i momenti di condivisione tra docenti e tra studenti saranno inesistenti.
Non per niente hanno anche fatto la legge che vieta di protestare, manifestare se prima non chiedi il permesso. Allora cosa ci resta da fare? Cosa dobbiamo fare per non avere idee sbagliate o per lo meno meno sbagliate?
Non essere tifosi perché vorrebbe dire credere a prescindere senza valutare ciò che ti impone l’informazione. Avere voglia di cambiare un mondo che disprezza le condivisioni e che metterà, innalzerà sempre più muri tra un popolo e l’altro. Ma attenti innalzerà un muro anche tra i cittadini di una stessa nazione perché comunque un po’ di consenso lo devono dimostrare. E si formeranno per questo caste da quello più povero a quello più ricco. Se capiamo questo, capiamo che non sarà uno spreco di tempo, perdere tempo, per informarsi su più fronti dei veri argomenti che la politica impone. Avere più il coraggio di ammettere i propri errori di pensiero, perché è proprio attraverso la sintesi di ciò che noi pensiamo con quello che impariamo di nuovo, che l’essere umano si può elevare e spingersi verso una umanità condivisa con tutti i popoli nel benessere di tutti i popoli e non solo di quei popoli che consciamente e inconsciamente sostengono le oligarchie lobbistiche, massoniche. Il futuro dei popoli può andare solo in questa direzione: nella consapevolezza che i popoli della terra hanno tutti il diritto di vivere una vita dignitosa senza sopraffazioni e guerre. Insegniamo questa utopia. Solo così daremo un futuro ai nostri figli e i figli dei nostri figli.
PS: I mi piace e le condivisioni sono gradite.
Leggi anche la Poesia di Sabina Magalotti scritta in aprile 2012 :
VOCI NEL TEMPO RIMBOMBANO.
TROPPO AVANTI, IL PASSO È FATTO.
QUANDO TUTTO STÀ FINENDO.
IL NOSTRO TEMPO L’ANNO PRESO E RIDARCELO NOI CERCHEREMO.
NEL SILENZIO DELLA NOTTE PUOI CAPIRE
CHE IL SILENZIO TI FA STAR BENE.
DOLCE STELLA SU NEL CIELO
CONTA
L’ORA DEL RITORNO
AL PASSATO DEL FUTURO CHE NON VOGLIO SIA DISTRUTTO.
TUTTO TORNA TUTTO PASSA STÀ Di FATTO LA SPERANZA.
C’E CHI È MORTO PER LA PATRiA
C’E CHI VIVE PER DISFARLA.
MA AL DI LÀ DI OGNI TEMPO IL CONTRARIO
FORSE ACCADRÀ
E LA GIUSTIZIA VINCERÀ.
A proposito di utopia …consiglio questo video sotto