Chi ha detto che al mondo d’oggi non si può fare la rivoluzione.
La rivoluzione se è presa sul serio, ed io la prendo sul serio, nel nostro tempo non è più possibile scatenarla, addirittura immaginarla.
Infatti sono più di 150 anni che in Italia non ci sono più rivoluzioni.
Ci sono molte spiegazioni. Io ne citerò alcune: il raggiungimento di uno stato democratico, il benessere della maggior parte della popolazione, la mancanza tra gli uomini di valore insindacabili, molto importante la tecnologia; sì la tecnologia ormai permetta a chi potrebbe avere paura di una rivoluzione di intervenire ancora prima di poterla pensare. E poi ancora non c’è il 5G, applicato come tra qualche anno dovrà essere (infatti è il padrone che la vuole) allora sì che ci conteranno anche i peli che abbiamo nel naso.
Allora? Niente rivoluzione per sempre?
No io invece dico che per fare una rivoluzione basta… una parola!
Si! basta una parola.
Sin da giovane guardavo in TV i programmi che parlavano di mafia, delle varie mafie e dei loro modi di operare. Tralasciando altri aspetti più importanti della mafia vorrei parlare della omertà che la gente, pur non avendo rapporti con la mafia sapendo chi era mafioso e chi aveva commesso quel delitto, non parlava. Non parlava perché aveva paura che in caso contrario poi i mafiosi avrebbero ammazzato lui e suoi familiari.
Guardavo la TV e sentivo, inorridita, parlare di omertà e mi chiedevo come fosse possibile non denunciare una persona mafiosa che aveva ucciso qualcuno. Imbarazzante era sapere che tutto il paese sapeva chi aveva ucciso, e tutto il paese stava zitto. Con il tempo, crescendo, ho capito che forse anche io in quelle condizioni mi sarei comportata così. Le condizioni che c’erano non aiutavano a denunciare gli assassini perché, purtroppo, lo Stato non riusciva a difendere te e i tuoi familiari. Non era bello convivere con i mafiosi vicini di casa, ma essere omertosi era l’unico modo per sopravvivere.
Ma siamo sicuri che l’omertà non faccia parte della nostra vita quotidiana e causi un sistema sociale consolidato che rende il potere che tu vuoi sconfiggere imbattibile?
Sì! Avete capito la parola rivoluzionaria è omertà !.
È chiaro che intendo dare un significato estensivo e cioè: solidarietà interessata tra i membri di uno stato di uno stesso gruppo o ceto sociale che coprono le colpe altrui per salvaguardare i propri interessi o evitare di essere coinvolti in indagini spiacevole e pericolose.
Vorrei essere democratica e fare tutti gli esempi possibili dell’omertà che ci sono nella nostra società di oggi in tutti gli ambiti. Partirò con il primo che mi è venuto in mente.
Avete mai riflettuto su quanti prodotti alimentari freschi, cotti e sigillati vengono buttati via quotidianamente? Se i lavoratori addetti a buttare via questo cibo denunciassero quanti chili di mangiare vengono buttati via, verrebbero licenziato in tronco.
Vogliamo parlare dell’obsolescenza? Definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitare la durata. Un prodotto che normalmente se è fatto bene può durarti anche una vita, fanno in modo che abbia una durata limitata di cinque 10 anni al massimo. Questo lo sanno tutti dal primo operaio della fabbrica, al dirigente della fabbrica ed infine anche lo stesso venditore è a conoscenza di questo, ma a tutti conviene stare zitti.
Altro esempio i call center, ragazzi che vengono istruiti per “ingannare” il cliente, facendogli credere di fare il contratto più vantaggioso di telefonia, di forniture energetiche o di tanto altro. L’omertà di colui che sa ma non lo dice per non perdere il lavoro.
Cosa dire dei professori che appoggiano i cambi di testi scolastici senso un vero e proprio motivo? Tanto è vero che alcuni testi sono diversi da quelli precedenti solo per aver cambiato la copertina e la prefazione. Facendo spendere alle famiglie soldi in più senza motivo. Basterebbe che dicessero che il testo nuovo è uguale al vecchio, tranne la copertina e la prefazione.
E dell’informazione vogliamo parlare? Quanti giornalisti, ormai tutti, non dicono le notizie come vanno dette, perché non vogliono compromettere il loro rapporto di lavoro. Anzi le notizie a volte divengono non notizie raccontate in modo da dare una verità falsa. Non “possono” o non vogliono andare incontro a licenziamenti, a demansionamenti, a decurtazioni di stipendio, allora scrive cose che fanno piacere a chi lo paga.
E delle banche? Quanti ragionieri sanno, si accorgono dei comportamenti poco chiari delle banche nei contratti nella gestione dei soldi altrui. Guarda caso quando firmi qualcosa di importante, firmi fogli scritti in piccolo e difficili da leggere e capire. E tra le righe c’è sempre qualcosa che nel tempo ti dà contro. E quando ti lamenti ti rispondono “guardi che lei non ho capito. In realtà non ti hanno voluto spiegare bene per salvare il contratto. I ragionieri lo sanno ma non te lo dicono se non glielo chiedi e di solito non glielo chiedi perché non sei esperto.
E il servizio sanitario quello che ti aspetti che sia fedele al suo impegno sociale. Invece lo abbiamo visto prostrarsi, in questi ultimi anni alle Big Farm. Ad accettare di inoculare un siero che non si sapeva che effetti potesse avere. Ma questi medici che lo hanno inoculato lo hanno fatto perché ci credevano o per altro? Già da anni la sanità era in crisi, già da anni dentro gli ospedali si saranno viste cose che era meglio tacere pur di mantenere il proprio posto di lavoro e lo stipendio. Ma ora non si può più chiudere gli occhi di fronte all’evidenza dei fatti, che ora stanno trapelando e venendo a galla. Già gli effetti avversi gravi di questi vaccini, e con i parenti delle vittime di Bergamo.
Anche nei comuni italiani le cose non vanno diversamente, quante persone che ci lavorano sanno ma non parlano. Non parlano perché hanno paura di perdere il posto di lavoro o perché anche loro hanno o avranno così dei favori a loro volta.
Ecco!! Vogliamo fare la rivoluzione? E cioè cambiare questo sistema dove ai molti spettano goccioline e ai pochi cascate di soldi. Cosa fare? Si decide un giorno e quel giorno tutti andiamo a dire alle forze dell’ordine tutto quello che ci siamo tenuti dentro, le ingiustizie che abbiamo visto o abbiamo vissuto. Questo è l’unico modo per tornare ad essere un mondo civile, un mondo che ritorna all’essere umano.