Il 9 febbraio è il patrono di Bellaria – Igea Marina e la sagra di Santa Apollonia . Cenni storici tratti dal libro di Paola Giovannini “SAGRE, FIERE E MERCATI NELLA ROMAGNA DI FINE NOVECENTO “società editrice il Ponte Vecchio.

Sul mare a cavallo del fiume Uso, Bellaria dista circa 7 km da Cesenatico e 14 da Rimini. Il paese fu un porto marittimo di rilevante importanza, Papa Gregorio XII vi sbarcò col suo seguito per cercare la protezione di Carlo Malatesta. Si dice, in un’antica leggenda, come a Bellaria, alla foce dell’Uso, i mercanti levantini (Saraceni), che trasportavano spezie ed altri prodotti alimentari, avessero “un punto franco” per vendere le loro mercanzie in quella località dell’entroterra chiamata ancora Mercato Saraceno. Durante la guerra  Bellaria fu duramente colpita, ma in seguito da modesto centro qual’ era è diventata oggi una rinomata stazione balneare.

La venerazione verso Santa Apollonia, vissuta fra il III e IV secolo, è  pervenuta a Bellaria dei tempi in cui, da Alessandria d’Egitto, i mercanti trasportavano prodotti nella regione. Molti trafficanti (fra essi anche contrabbandieri) si stabilirono sul luogo (alcuni cognomi qui frequenti lo dimostrano come Gori da Gorin,  Visini da Vasin) sia per motivi di interesse, sia perché sposarono ragazze del posto. Fu così qui propagato il loro culto verso la Santa. la Vergine alessandrina, morì giovanissima. Rifiutò di versare l’incenso sulla terra degli dei, quando giudici pagani volevano indurla a rifiutare la dottrina del Redentore. Fu schiaffeggiata a sangue, le diedero pugni e calci, qualcuno la percosse con una tale brutalità da fracassarle tutti i denti ( per questo definita protettrice del mal di denti), finché la martire spontaneamente non si gettò nel fuoco. Quando era considerato sacro il patrimonio di tradizioni, leggende, virtù trasmesse dei padri, non c’era casa in cui la nonna non raccontasse la storia di tanta fede. Nelle sere di febbraio, mentre i buoi placidamente soffiavano e ruminavano, i giovani riuniti nella tiepida stalla ascoltavano attenti. “Nel 1956“, racconta  Don Giuseppe, “si costituì il Comune autonomo di Bellaria- Igea Marina (precedentemente era riunita a Rimini ), fu in quell’anno che mi venne chiesto: ‘quale Santo consiglieresti come patrono del nostro paese?’. Senza esitazione indicai  Santa Apollonia per l’antica dedizione della gente verso di lei. Fu accettata la mia proposta. Da quel momento dalla piccola festicciola preminentemente  religiosa si era arrivati ad organizzare, ma mano che il paese si ampliava sotto la spinta turistica, una grandiosa festa con balli, canti e tante attrattive” .Nelle strade di Bellaria è un accorrere di persone anche dei paesi circostanti. La gente va e viene, si incrocia, si saluta, ride e parla d’alta voce; tantissimi i giovani e le belle ragazze. Come sosteneva uno slogan anni addietro “le più belle ragazze di Bellaria sono alla festa di Santa Apollonia”.

 

In giro per Bellaria ed Igea Marina ?❤️.