Riflessioni
Mai come in questo periodo c’è bisogno di tutti. Mai come in questo periodo l’individuo a una grossa responsabilità sul futuro delle generazioni e sul futuro della terra. Siamo nel famoso punto di non ritorno! La terra ci sta mandando dei segnali che sono inconvertibili. Il clima, non è più lo stesso e lo si può percepire senza ombra di dubbio. A questo punto si pone il problema su come si può conciliare il consumismo alla salvaguardia della terra. L’unico modo per salvare la terra è agire individualmente, senza delegare “gli altri“. Gli altri, i potenti, per prima cosa vogliono salvare la loro potenza creata con il consumismo, la terra viene dopo o forse non viene per niente. Per questo siamo solo noi singoli individui che possiamo salvare il mondo. Come? Non delegando ma partecipando alla vita sociale, informarsi, chiedere, creando magari gruppi, associazioni con l’intento del bene comune in tutti campi: salute, lavoro, scuola, famiglia ,disabilita, clima e quant’altro. Con un impegno forte, da parte di tutti, di condividere informazioni, idee, studi perché così si possa dare una risposta più corretta, una valutazione più giusta dei fatti che succedono via via nel nostro paese e nel mondo. È uno sforzo necessario e obbligatorio perché le informazioni che ci vengono date non sono mai precise il più delle volte sono strumentalizzate per influenzare l’opinione pubblica nella direzione che vogliono i potenti della terra. È per questo che i più importanti main Stream sono di proprietà dei più ricchi del mondo, di quelli di cui parlavo prima quelli che sono interessati più a mantenere la loro ricchezza avuta grazie a consumismo che ha pensare alla salvezza della terra e della popolazione . Mi rivolgo a tutti, ai meno giovani che hanno sfiorato la guerra ma l’hanno sentita raccontare bene dai sopravvissuti, con le sue atrocità; ed ai più giovani che sono cresciuti nella comodità che il benessere ha dato in questi decenni alle proprie famiglie. A questi giovani voglio, in particolare, dire di imparare ad accettare la fatica, la pressione, anche la sofferenza di una quotidianità diversa da quella tranquilla data dal benessere. Perché solo con la partecipazione attiva di tutti i giovani del mondo il mondo potrà salvarsi. D’altra parte vorrei ricordare a tutti che nel 1943 i giovani si sono trovati di fronte a una scelta: combattere per la libertà o seguire i carnefici. Molti di loro hanno perso la vita, molti avevano vent’anni e hanno scelto di rischiare la vita per la libertà.
(Scritto da Sabina Magalotti e Marco Mazzuoli)
La mia intervista al giornalista d’inchiesta Franco Fracassi ?