I negozi stanno chiudendo da tempo, ancora prima della Pandemia e dell’avvento di Amazon. Queste due motivazioni possono aver dato il colpo di grazia e causato un ulteriore chiusura delle piccole attività, dei negozi di vicinato. In questi mesi mi sono apparsi articoli che parlavano della chiusura dei piccoli negozi, purtroppo un problema nazionale, stime fatte da quelle associazioni Confesercenti e Confcommercio, associazioni che erano nate per tutelare le piccole attività, che grazie alle tante tessere dei negozianti ed ambulanti sono diventati interlocutore nazionali, regionali e comunali della politica. Ma oggi io mi domando come possono ancora rappresentare un comparto che dalle loro stime sta praticamente morendo? e lo dicono i loro dati non io.

Secondo i dati di Confcommercio in un articolo del 19 luglio 2022 dice che, dal 2012 ad oggi hanno chiuso circa 77mila attività di commercio al dettaglio (-14%) e quasi 14mila imprese del commercio ambulante (-14,8%). Nel 2020 sono diminuite di oltre 300mila, di cui 240mila per colpa della pandemia. Per il 2021 si stima che un’impresa su quattro chiuderà i battenti, soprattutto nel settore della ristorazione e degli alloggi.

In un altro articolo del 15 maggio 2023 su avvenire.it Confesercenti: ogni giorno chiudono 18 negozi. In uno studio con Ipsos dice che da qui al 2030 ci saranno altre 73mila attività di vicinato in meno oltre alle 52 mila scomparse negli ultimi 4 anni.                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

Quindi già da questo si capisce che di trovare soluzioni per incentivare il piccolo commercio non ce ne sono, quindi meglio dare i dati.

Ora torno un attimo qui nella nostra piccola realtà di Cesena. giusto per farvi capire, in una commissione consigliare dove si parlava di ambulanti e commercio del 13 febbraio 2023 lo stesso assessore al commercio Luca Ferrini dice che secondo lui i negozi di vicinato sono spacciati ecco le sue testuali parole “ Io non so che fine faranno i negozi di vicinato e se quel 47 , 9 per cento può cercare di risolvere il problemi del commercio in sede fissa del comune di Cesena, sicuramente possiamo fare di più possiamo fare meglio senza dubbio. Io purtroppo nei confronti del commercio in sede fissa penso che siano talmente potenti i nostri nemici, talmente forzuti i nostri avversari a partire dai grandi imperi dell’online, che non credo che l’idea dei negozi di vicinato come la conosciamo oggi abbia un futuro così, questo lo credo io”.

Ecco queste le sue parole, molto deprimenti secondo me, e se fossi un piccolo negozio di Cesena mi inizierei a preoccupare, anche perché lo stesso assessore aveva promosso fortemente la piattaforma online “Io sono Cesena”. “Io sono Cesena” piattaforma realizzata dal Comune di Cesena e dal Credito Cooperativo Romagnolo, in collaborazione con le associazioni di categoria che fanno parte del tavolo InCesena, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti

In un articolo del 17 aprile 2021 su Cesena Today  troviamo scritto “Ferrini spinge la vetrina virtuale dei commercianti cesenati: “Va arricchita di più, quasi ‘coccolata’”                                                                                                                                                         26 febbraio 2022 sul sito del Comune di Cesena “Io sono Cesena”, oltre 300 aziende hanno aderito alla piattaforma di e-commerce locale” “Gradualmente – prosegue l’assessore – gli utenti si avvicinano al commercio locale accogliendo le offerte presenti sul territorio. A differenza degli altri canali di e-commerce però, la nostra piattaforma consente ai piccoli negozi di vicinato di essere presenti sul territorio e di ampliare la propria vetrina tramite pc o smartphone. “Io sono Cesena” ci dimostra dunque come l’e-commerce sia effettivamente un canale di vendita essenziale anche per gli esercizi fisici, compresi quelli di vicinato.”

Quindi la soluzione per salvare i negozi di vicinato è praticamente entrare nel circuito dei forzuti e potenti avversari dell’online? In più anche per le stesse associazioni Confesercenti e Confcommercio è la soluzione per la crisi del commercio in sede fissa? No! fatemi capire invece di aiutare e trovare soluzioni per incentivare e magari sgravare fiscalmente il comparto si propone al piccolo negozio di immettersi in un circuito dove la multinazionale vincerà sempre?

Non si deve copiare quello che fanno le multinazionali, non si è in grado di competere nel loro campo. I piccoli negozi ed i mercati hanno altre caratteristiche, bisognerà cercare di promuovere le nostre caratteristiche che si differenziano dall’online: il contatto con il cliente, i consigli, la pazienza, la cordialità, il poter toccare la merce, provarla.

Allora ora lo dico e posso dirlo, che questa è la sconfitta di Confesercenti e Confcommercio, perché la crisi è iniziata 30 anni fa e non in questo 2023. Se ne sono accorti solo ora che stanno chiudendo i negozi? Queste associazioni sono gli interlocutori con la politica, dovevano lottare per questo bene prezioso, i negozi di vicinato, non lo hanno fatto oppure lo hanno fatto male, e così oggi leggere questi articoli che evidenziano il problema mi fa sorgere queste domande. I centri commerciali e i supermercati hanno invaso le nostre città, basta guardare la nostra bella Cesenatico che in mezzo km troviamo 5 supermercati. Proviamo a pensare solo al reparto gastronomia di un supermercato dove si vendono cibi cotti   che se non si vendono vanno buttati, i prodotti che scadono, la carne fresca non venduta. Il liberismo permette di aprire supermercati uno vicino all’altro non considerando che l’offerta diventa tre o quattro volte superiore al bisogno dei cittadini. Ma quanti quintali di merce va buttata per poi doverla riprodurre. Per non parlare della plastica per impacchettare il tutto. L’usa e getta. Questa è la liberalizzazione ma quanto abbiamo inquinato e creato immondizia in questi 30 anni?  Noi qui ne abbiamo l’esempio lampante l’Iper mercato a Savignano sul Rubicone che aprii i battenti in autunno 1992. Già allora i negozianti e gli ambulanti di Cesenatico avevano iniziato a capire che bisognava monitorare questo nuovo avvento, perché questo avrebbe potuto creare una crisi economica alle piccole attività commerciali. In effetti ci fu un incontro dove piccoli commercianti, Confesercenti e Confcommercio ed il sindaco di allora si sono incontrati all’hotel Miramare di Cesenatico, preoccupati per l’imminente apertura dell’Iper di Savignano. La risposta del sindaco di sinistra Luciano Natali fu che un Iper ogni 100 chilometri ci vuole per calmierare i prezzi, soprattutto quelli alimentari. Il futuro ci dirà che non erano i 100 chilometri ma i dieci o venti la distanza tra l’uno e l’altro con il risultato di aver calmierato i prezzi? Forse, ma sicuramente di aver fatto una strage di piccoli negozi di vicinato. I primi a rimetterci sono stati i negozi di alimentari a conduzione famigliare, in poco tempo hanno chiuso tutti e poi via via anche chi non vendeva articoli alimentari. Tanto è vero che se fino i primi anni 80 il turista di Cesenatico poteva consumare una parte della sua vacanza a fare shopping nei negozi, tanta era l’offerta in quegli anni, ora questo non è più possibile non esistono più quei negozi, sono stati sostituiti da bar, pub, ristoranti, gelaterie e quant’altro sul mangiare. La mia denuncia è che non c’è stata una volontà politica di salvaguardia delle piccole imprese, dei piccoli negozi anzi, al contrario la politica ha fatto leggi per favorire il più possibile l’apertura di questi Iper. E qui la mia denuncia: dove sono stati per 30 anni i nostri sindacati che non hanno mosso un dito per proteggere i loro tesserati?. Era lampante che i piccoli negozi avrebbero chiuso. La politica ha influenzato anche i sindacati; difatti in quegli anni molti politici sono stati assunti o, in qualche modo messi a servizio delle associazioni di categoria. Il risultato? Come dicevo prima chiusure dei negozi di vicinato e aperture incondizionate di Iper mercati. E ora fanno le lacrime di coccodrillo? Chi è causa del proprio male (perdita del 80-90% dei tesserati) pianga sé stesso. Quindi c’è stata un progetto, una volontà politica che ha portato a questa situazione: apertura di grandi ipermercati e morte dei piccoli negozi di vicinato con il silenzio delle associazioni Confcommercio e Confesercenti. Quindi ora qui bisogna prendere coscienza di questo fatto queste associazioni non devono più interloquire con la politica, perché come abbiamo visto senza piccole attività commerciali la nostra Italia si è impoverita. Abbiamo perso il ceto medio che era il motore della nostra amata Italia ed è stato volutamente distrutto, perché evidentemente il ceto medio non era ricattabile. E’ stato smantellato non solo per un fattore economico ma anche per un fattore politico, perché una persona benestante si può permettere di avere libertà di pensiero. Smantellando le piccole attività commerciali hanno così ottenuto due obbiettivi quello di distruggere il ceto medio e favorire la grande distribuzione. E così siamo diventati tutti ricattabili. Ora anche questa alluvione è venuta a proprio a pennello, mette in ginocchio l’economia della regione virtuosa Emilia Romagna nel momento del raccolto e del turismo. E così arriva lei a Cesena, l’Europa dal cielo, la salvatrice che viene accolta da quella politica complice della distruzione della nostra amata Italia che si prostra ai suoi piedi e chiede ai cittadini di venire ad accoglierla, perché lei ci salverà ci darà i soldi per risanare i danni, quei danni che da 30 anni tra sindacati e politica hanno fatto e così ci darà il colpo di grazia tra Pnrr e  il Mes che farà diventare il debito pubblico in debito privato, perché lei non salva niente lei viene solo a comprare ciò che è rimasto di un popolo che alla deriva e disperato accetta e accondiscende a tutto ciò che gli viene detto, ignaro del fatto che è l’ennesimo progetto di distruzione del nostro Stato. Ora dire comprate nelle piccole attività commerciali è d’obbligo! certo è importante ma purtroppo non basta più ormai, è anche tardi. Troppo tardi ! l’unica cosa che posso dirvi è che invece bisogna mandare a casa tutti politici e i sindacati che per 30 anni ci hanno portato ad una situazione catastrofica di oggi !

Ora se vogliamo ricostruire si deve partire dal nuovo ed il nuovo si fa mandando il vecchio ! Chi ha colpa deve andarsene e soprattutto deve pagare per i disastri che si sono verificati…..perché se vogliamo risollevare la nostra economia ed il nostro popolo non possiamo affidarci alla politica che ci ha governato in questi anni e ci sta governando oggi, perché per me sono tutti colpevoli partendo dal presidente della Repubblica e via via tutti gli altri….