Da Gioia Emilia-Romagna. Diamo voce ai genitori di Cesenatico che dicono NO alla zona arancione scuro e alla chiusura delle scuole. Da oggi di nuovo un lockdown per i nostri bambini i nostri ragazzi. Un anno dopo dalla chiusura delle scuole, l’incubo si ripete. La paura, la preoccupazione e l’arrabbiatura assale i genitori di Cesenatico, una nuova chiusura delle scuole potrebbe avere ripercussioni sulla crescita psicologica dei loro figli. Molti genitori hanno riscontrato insicurezze nei propri figli causate dalla chiusura di un anno fá. Ieri i genitori di Cesenatico hanno scelto di scendere in piazza per sensibilizzare la politica affinché tutelino la salute psicologica dei loro figli.
Lunedì 1 marzo alle 18:30 i genitori di Cesenatico si sono ritrovati in piazza Ciceruacchio per manifestare il dissenso a questa chiusura delle scuole. Partirà oggi martedì 2 marzo l’ordinanza che mette in arancione scuro anche la zona di Cesenatico saranno quindi chiuse tutte le scuole, ad eccezione degli asili nido e della scuola d’infanzia. Genitori e bambini preoccupati ed arrabbiati con in mano tanti cartelloni che esprimevano il loro dissenso a questa ordinanza “Vogliamo andare a scuola “La scuola a scuola” “Dopo un anno siamo ancora a casa non è giusto. I bambini sono il futuro”
I bambini saltellano e cantano “ La scuola a scuola”
Abbiamo intervistato alcuni genitori ascoltiamo le loro preoccupazioni
“I bambini non devono pagare le conseguenze di quello che fanno male i politici. I bambini non c’entrano nulla.”
“Le scuole di Cesenatico non hanno avuto focolai tali da prevederne la chiusura. Chiediamo di rivedere e focalizzarsi nelle singole realtá. Non fare chiudere tutto perché si fa parte di un Unione di Comuni, ma di valutare attentamente quale è il punto di rischio. Anche perché a scuola si fanno i distanziamenti e si indossano le mascherine tutto il giorno e sono gli unici che sono controllati ed obbligati a farlo”.
“Con questa manifestazione vogliamo sensibilizzare chi fa le regole”
“In base all’esperienza dell’anno scorso dove hanno chiuso per tanto tempo, i bambini hanno avuto un blocco emotivo. Non potevano uscire, vedere parenti amici questo a causato insicurezza nei bambini. Bisognerebbe chiedere ai farmacisti, agli psicologi quante mamme sono andate a chiedere aiuto, perché nei bambini si è riscontrata una bassa autostima per causa della chiusura di anno scorso. Ancora oggi hanno insicurezze non si sentono adatti al percorso che stanno facendo. Ora non abbiamo la certezza che questo fermo si limiti per 15 giorni, quindi se dovesse verificarsi una situazione come anno scorso ci potrebbero essere, nei nostri figli, delle conseguenze gravi che molti sottovalutano. Quindi bisogna fare veramente attenzione a queste scelte. Un politico non può ignorare la psicologia di un bambino perché chi ne paga le conseguenze sono appunto i nostri bambini”
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