Siamo attirati da questi politici che fanno i loro interessi invece degli interessi del popolo, eccoli così a non rispettare più i valori imprescindibili dell’uomo che sono sanciti nella nostra Costituzione italiana. Noi popolo invece ci facciamo comprare da slogan altisonanti con significati alquanto ambigui perché possono avere significati diversi in base alle diverse prospettive che hanno le persone perché in ogni caso, comunque, il significato calzerà a pennello. Quindi un inganno ben preparato allo scopo di attirarci al voto. Forse neppure ci interessa capire la verità di questo sottile inganno, perché pensiamo che “ci penserà lui o lei” al nostro futuro perché in questi politici ci vedete “IL VOSTRO FUTURO”:
“Pronti” diceva la Meloni nella sua campagna elettorale del 2022, ma pronti a cosa? Pronti per andare dove? Per portare la maggioranza del popolo ancora più nella povertà e fare arricchire ancora di più i proprietari di lobby banche e multinazionali? Pronti per il premierato che è una forma di dittatura? Di sicuro queste opzioni non sono i principi che intendevano i nostri Padri Costituenti quando hanno scritto la Costituzione italiana! Il voto dovrebbe servire per mantenere una Repubblica democratica fondata sul lavoro dove il popolo è sovrano. Il parlamento eletto dovrebbe rispettare i principi della nostra Costituzione nel fare le leggi proprio per mantenere integri i principi di libertà ed uguaglianza. Quindi i salari non si sarebbero dovuti lasciare fermi al 2008 mentre le spese in questi anni sono aumentate, i salari andavano adeguati al caro vita. La sanità deve dare il miglior servizio ai minori costi ed in tempi brevi, adeguati. Il governo, invece, dovrebbe essere piccolo ed eseguire ciò che dice il parlamento e non dettare legge! Invece ultimamente con la scusa di necessità ed urgenza si impone con i decreti legge.
“Credo” diceva Salvini, ma a chi devo credere? Credo inteso come preghiera? O credo che anche lo stesso Salvini non sta pensando al benessere degli italiani visto che anche lui non sta facendo nulla per risolvere le problematiche che da anni ci affliggono? Oppure “Credo” alla Meloni che vuole fare il premierato per portarci in una dittatura? Oppure “Credo” al fatto che non si potrà più neanche manifestare liberamente per reclamare i nostri diritti perché ancora si è violata la nostra Costituzione attraverso l’approvazione del decreto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri del governo Meloni?
“Dalla parte giusta”, diceva Conte, ma qual è la parte giusta? Prima ha chiuso in casa tutti gli italiani con dei DPCM, che sono carta straccia perché circolari interne, poi ha votato per l’invio di armi in Ucraina ed ora scende in piazza per la pace e contro il riarmo? Ma la parte giusta, quale? Io non ho ancora capito!
“Scegli” sceglie il PD, ma cosa devo scegliere? Piangete i partigiani che si sono sacrificati per la libertà e poi andate a raccogliere le firme per portare il salario minimo a 9 euro l’ora, quando questo diritto è già scritto in Costituzione e non è neanche detto che 9 euro l’ora siano sufficienti per avere un salario dignitoso! Dovreste fare un’opposizione feroce contro questa maggioranza parlamentare che non adegua i salari al caro vita, che spende soldi in armi invece che in sanità e che vuole portarci in dittatura con il premierato? Tutto il contrario del motivo per il quale sono morti i nostri partigiani!
“L’Italia sul serio”, questo è Calenda! Ma ancora sul serio credete a questi voltagabbana lui e Renzi? Renzi che doveva smettere di fare politica se il referendum del 4 dicembre 2016 non fosse passato? Il referendum non è passato ma Renzi è ancora lì certo non più nel PD ha creato un nuovo partito Italia viva nel 2019. Ma si possono prendere sul serio questi soggetti?
E noi ancora che crediamo ed andiamo a dare il nostro voto a questi politici e crediamo anche che faranno il nostro bene.
Diceva bene Giorgio Gaber: “Sul vocabolario c’è scritto che democrazia è parola che deriva dal greco e significa potere al popolo. L’espressione è poetica e suggestiva, ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c’è scritto! Però si sa che dal 1945 dopo il famoso ventennio il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. E’ nata così la famosa democrazia rappresentativa e dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito, che sceglie una coalizione, che sceglie un candidato, che tu non sai chi è e che tu deleghi a rappresentarti per 5 anni e che se lo incontri ti dice giustamente “Lei non sa chi sono io”, questo è il potere del popolo”
La responsabilità è la nostra perché ancora ci accontentiamo e non pretendiamo la loro serietà: il rispetto dei principi di libertà ed uguaglianza sanciti nella nostra Costituzione italiana.
Dobbiamo capire che non c’è bisogno di programmi elettorali e soprattutto di questi slogan, ma c’è bisogno di serietà politica. L’unico programma che dobbiamo pretendere che si rispetti esiste già dal 1948. Ci sono voluti due anni per redigerlo e soprattutto è nato dopo avere passato il periodo fascista e nazista. Per promulgare gli articoli della nostra Costituzione, i nostri Padri Costituenti hanno tenuto conto del ventennio fascista che hanno vissuto: negazione delle libertà e negazione dei diritti sociali o apartheid (che in parole povere erano le leggi razziali). Hanno tenuto conto anche delle esperienze delle epidemie come la spagnola o altre simili. La nostra Costituzione è la più bella del mondo, la più coraggiosa. Ecco che vi voglio almeno spiegare i primi articoli che sono di una spiritualità incredibile:
Art 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
In questo articolo troviamo il concetto di mutualità, un concetto altissimo, parafrasando il quale, possiamo dire che il più ricco aiuta il più povero e il più forte aiuta il più debole: questa è una comunità, una società civile avanzata. Se invece accade che i singoli abbiano un forte istinto competitivo di scavalcare gli altri, è chiaro che allora il concetto di mutualità viene a mancare. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo: diritti che non sono concessi o ceduti, sono parte di ogni individuo sin dalla nascita.
Art 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
I cittadini non possono essere discriminati per nessuna ragione o motivo: se ciò dovesse succedere si cadrebbe nelle leggi razziali, nell’apartheid. I nostri Padri Costituenti hanno scritto l’articolo 3 proprio perché non venissero perseguite le minoranze, come è successo al popolo ebraico.
Ma soprattutto dobbiamo capire come sono stati lungimiranti i nostri Padri Costituenti nel scegliere le parole giuste, parole decise, parole che non possono neanche essere interpretate ma che sono state proprio scelte per darci una via d’uscita nel caso in cui l’uomo sarebbe ricaduto sui suoi errori. La Repubblica, secondo la Costituzione, deve rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini: quindi quando ci hanno imposto il lasciapassare verde la nostra Costituzione è stata violata.
Nella frase “impediscono il pieno sviluppo della persona umana” si apre un altro concetto che sfocia nella morale cristiana. La nostra Costituzione è stata paragonata da teologi, perché molto simile, alla Bhagavadgita: sono due cose che quasi si toccano e, per certi versi, si compenetrano.
Questo concetto del pieno sviluppo della persona umana significa che non siamo solo persone che devono unicamente lavorare: dobbiamo anche evolverci nella nostra umanità e spiritualità.
Questo è scritto a caratteri cubitali nell’art 3 della nostra Costituzione, e l’art. 2, insieme all’art 3 ed all’art. 4, sono il fulcro su cui ruota tutta la nostra Costituzione. Questi tre articoli riprendono il concetto dell’art 1 sul lavoro e di come questo è concepito, visto che la nostra Costituzione è fondata sul lavoro.
Analizziamo questa parte: “l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Dobbiamo avere anche il tempo di partecipare alla vita politica per poter avere il tempo di ragionare e reclamare i nostri diritti. Ecco perché il nostro primo articolo della Costituzione mette il lavoro alla base di tutto.
Ma, guarda caso, è anche la prima cosa che ci hanno tolto. Se i cittadini devono preoccuparsi di come arrivare alla fine del mese, o al rischio di venire licenziati dall’oggi al domani, e di perdere quindi il lavoro, perché con la liberalizzazione hanno dato il monopolio alle multinazionali, dove trovano il tempo per partecipare alla vita politica? E qui apro una parentesi: “che strano!”, ci hanno imposto la liberalizzazione e ora le multinazionali hanno il monopolio, allora che liberalizzazione è? È servita solo per toglierci le nostre fabbriche, le nostre botteghe ed i nostri negozi di artigianato e commercio: ossia ci hanno tolto il lavoro. Tolto il lavoro, non abbiamo neanche più il tempo di partecipare alla vita politica del nostro paese e così la politica ha tolto il potere al popolo, si sono invertiti i ruoli e noi siamo diventati sudditi. Idolatriamo la politica e ci precipitiamo a votare chi nel proprio programma elettorale ci concede le briciole, quando il programma dovrebbe essere la nostra Costituzione: basterebbe applicarla ed avremmo sia diritti che lavoro.
I nostri Padri Costituenti avevano pensato anche al risparmio, riportato nell’art 47 della nostra Costituzione, quindi oltre al lavoro e ad uno stipendio fisso, anche il risparmio è un nostro diritto.
Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Il lavoro è un nostro diritto riconosciuto e quando ci hanno inserito il lasciapassare verde hanno violato questo diritto perché hanno discriminato i lavoratori. Se dovevano favorire al cittadino il diritto al lavoro come lo hanno favorito con il lasciapassare verde? Hanno ostacolato il lavoro. Un altro articolo della nostra Costituzione violato.
Il secondo comma ribadisce bene il concetto di lavoro: la nostra Costituzione è fondata sul lavoro, per cui ogni individuo, dall’operatore ecologico, al medico, al poliziotto, all’insegnante, al commerciante, all’agricoltore, ecc, ogni professione concorre al bene di tutti e quindi ogni mestiere ha la propria dignità.
Qui si ribadisce la dignità del lavoro: questa è filosofia.
Ora dobbiamo prenderci tempo per ragionare su questi importanti concetti che sono stati violati da questi politici.
Continuando ad andare a votarli gli si dà solo la delega per continuare a non rispettare più i valori imprescindibili dell’uomo ed a modificare la nostra Costituzione facendoci ricadere in una dittatura. Non gli basta non rispettare i principi di libertà ed uguaglianza sanciti in Costituzione ma devono modificarla anche con il premierato. In caso il popolo si svegli loro possono imporci la dittatura anche con la forza (ecco qui il riarmo a cosa potrebbe servire) perché modificando la Costituzione si sentono pure a posto con la coscienza perché delegati dal nostro voto alla fine ci diranno: l’avete voluto voi!