Ma vi siete mai chiesti perché il perno della nostra Costituzione Italiana è il lavoro?
Perché se questo non lo avete compreso capirete anche voi perché ora siamo arrivati a questo punto. Infatti i diritti dei lavoratori ed il lavoro sono stati la prima cosa che hanno smantellato dandolo in regime di monopolio alle multinazionali. Morti sul lavoro, salari al ribasso che non sono rivalutati al caro vita, contratti a tempo determinato, licenziamenti dall’oggi al domani, insomma avete capito che hanno smantellato tutto quello che riguardava il lavoro e il diritto dei lavoratori? E pensare che la nostra Costituzione ha proprio il lavoro come fondamento principale per dare la libertà a tutti ed avere un paese democratico. Se tutti lavorano e lavorano tutelati con un giusto salario, le giuste ore di lavoro, le ferie come prevede la nostra Costituzione allora abbiamo libertà e democrazia.
Infatti da anni non siamo più in democrazia! Il lavoro ed i diritti dei lavoratori ponevano le condizioni di libertà e democrazia, tolto il lavoro non possiamo più dire di essere un paese libero e democratico questo è un concetto che dovete capirlo bene.
Capire perché la nostra Costituzione è fondata sul lavoro e come deve essere concepito il lavoro è importante per riprenderci in mano la nostra libertà!
In Costituzione all’art 36 troviamo scritto: il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Vi sembra che i salari degli operai abbiano questo requisito? No! Lo sanno anche gli stessi politici perché non si fa altro che parlare che i salari sono fermi al 2008. Allora cosa aspettano? Cosa aspettano gli italiani a capire che questa classe politica non ha intenzione di risolvere questa problematica che grava sul destino di un popolo? Malgrado abbiamo i nostri diritti scritti a caratteri cubitali in Costituzione, oggi, bisogna indire referendum per reclamare questi diritti: ma se li abbiamo già per legge? Capite che c’è qualcosa che non va? Che questa è una presa in giro di questa classe politica e di quei sindacati che dovrebbero fare rispettare i diritti dei lavoratori che si trovano già scritti nella nostra Costituzione Italiana. Non c’è solo art 1 e l’art 36 ma ci sono anche art 2-3 e 4 che fanno parte dei principi fondamentali del nostro paese che parlano di come deve essere la vita dell’uomo, dei cittadini e dei lavoratori.
Nella nostra Costituzione Italiana si ribadisce la dignità del lavoro e questa è filosofia.
Art 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
In questo articolo troviamo il concetto di mutualità, un concetto altissimo, parafrasando il quale, possiamo dire che il più ricco aiuta il più povero e il più forte aiuta il più debole: questa è una comunità, una società civile avanzata. Se invece accade che i singoli abbiano un forte istinto competitivo di scavalcare gli altri, è chiaro che allora il concetto di mutualità viene a mancare. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo: diritti che non sono concessi o ceduti, sono parte di ogni individuo sin dalla nascita.
Art 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
I cittadini non possono essere discriminati per nessuna ragione o motivo: se ciò dovesse succedere si cadrebbe nelle leggi razziali, nell’apartheid. I nostri Padri Costituenti hanno scritto l’articolo 3 proprio perché non venissero perseguite le minoranze, come è successo al popolo ebraico.
Ma soprattutto dobbiamo capire come sono stati lungimiranti i nostri Padri Costituenti nel scegliere le parole giuste, parole decise, parole che non possono neanche essere interpretate ma che sono state proprio scelte per darci una via d’uscita nel caso in cui l’uomo sarebbe ricaduto sui suoi errori. La Repubblica, secondo la Costituzione, deve rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini: quindi quando ci hanno imposto il lasciapassare verde la nostra Costituzione è stata violata.
Nella frase “impediscono il pieno sviluppo della persona umana” si apre un altro concetto che sfocia nella morale cristiana. La nostra Costituzione è stata paragonata da teologi, perché molto simile, alla Bhagavadgita: sono due cose che quasi si toccano e, per certi versi, si compenetrano.
Questo concetto del pieno sviluppo della persona umana significa che non siamo solo persone che devono unicamente lavorare: dobbiamo anche evolverci nella nostra umanità e spiritualità.
Questo è scritto a caratteri cubitali nell’art 3 della nostra Costituzione, e l’art. 2, insieme all’art 3 ed all’art. 4, sono il fulcro su cui ruota tutta la nostra Costituzione. Questi tre articoli riprendono il concetto dell’art 1 sul lavoro e di come questo è concepito, visto che la nostra Costituzione è fondata sul lavoro.
Analizziamo questa parte: “l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Dobbiamo avere anche il tempo di partecipare alla vita politica per poter avere il tempo di ragionare e reclamare i nostri diritti. Ecco perché il nostro primo articolo della Costituzione mette il lavoro alla base di tutto.
Ma, guarda caso, è anche la prima cosa che ci hanno tolto. Se i cittadini devono preoccuparsi di come arrivare alla fine del mese, o al rischio di venire licenziati dall’oggi al domani, e di perdere quindi il lavoro, perché con la liberalizzazione hanno dato il monopolio alle multinazionali, dove trovano il tempo per partecipare alla vita politica? E qui apro una parentesi: “che strano!”, ci hanno imposto la liberalizzazione e ora le multinazionali hanno il monopolio, allora che liberalizzazione è? È servita solo per toglierci le nostre fabbriche, le nostre botteghe ed i nostri negozi di artigianato e commercio: ossia ci hanno tolto il lavoro. Tolto il lavoro, non abbiamo neanche più il tempo di partecipare alla vita politica del nostro paese e così la politica ha tolto il potere al popolo, si sono invertiti i ruoli e noi siamo diventati sudditi. Idolatriamo la politica e ci precipitiamo a votare chi nel proprio programma elettorale ci concede le briciole, quando il programma dovrebbe essere la nostra Costituzione: basterebbe applicarla ed avremmo sia diritti che lavoro.
I nostri Padri Costituenti avevano pensato anche al risparmio, riportato nell’art 47 della nostra Costituzione, quindi oltre al lavoro e ad uno stipendio fisso adeguato, anche il risparmio è un nostro diritto.
Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Il lavoro è un nostro diritto riconosciuto quindi il lavoro non ci deve essere tolto o sottopagato e soprattutto non ci devono mettere in condizione di stare sotto ricatto. Qui prendiamo in esempio quando ci hanno inserito il lasciapassare verde hanno violato questo diritto perché hanno discriminato i lavoratori. Se dovevano favorire al cittadino il diritto al lavoro come lo hanno favorito con il lasciapassare verde? Hanno ostacolato il lavoro.
Il secondo comma ribadisce bene il concetto di lavoro: la nostra Costituzione è fondata sul lavoro, per cui ogni individuo, dall’operatore ecologico, al medico, al poliziotto, all’insegnante, al commerciante, all’agricoltore, ecc, ogni professione concorre al bene di tutti e quindi ogni mestiere deve avere la propria dignità.
Ma i nostri Padri avevano previsto tutto e per questo hanno messo in Costituzione l’art 41 che l’attività privata si può avere ma non può essere neanche in regime di monopolio proprio per assicurare a tutti un lavoro libero e dignitoso dice: l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. Questo perché se si monopolizza un settore del mercato, gli altri sono costretti a chiudere oppure andare a lavorare per coloro che hanno monopolizzato il mercato. Quindi la Repubblica consente l’iniziativa privata, ma questa non deve essere a danno degli altri.
E così consapevolmente diciamo buona festa dei lavoratori a tutti riprendendoci i nostri diritti Costituzionali…evviva la Repubblica Democratica fondata sul lavoro.
PS: Ma dobbiamo smettere di dare il voto ad una classe politica che la nostra Costituzione la viola e non la rispetta!
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