Luca ha voglia di raccontarsi. Di far conoscere i propri sentimenti, pensieri, pulsioni, desideri e tutto quello che comporta il vivere, il stare insieme. Il comunicare con gli altri, il confrontarsi. Non è facile perché lui è come fosse due identità con due caratteri completamente opposti: profondo uno e superficiale l’altro. Quando è superficiale è facile comunicare, perché si dicono cose semplici di poca importanza. Per fare un esempio e come se un uomo parlasse di calcio, di donne, di caccia e così le donne di cosa e scritte sui rotocalchi Rosa: gli scandaletti dei VIP. Così in mezzo a questi discorsi si fa gruppo, si scherza, si ride e con questo proposito ci si ritrova. Il problema è quando prevale il suo carattere profondo, sentimentale quasi a rasentare la spiritualità. Quando Mauro si trova in questo stato è dura comunicare. Esiste, ormai, quasi un tacito accordo con se stesso che stabilisce la regola di non essere profondi, quindi di non complicarsi la vita, perché la vita è bella solo se si scherza e si ride. Sandra ci ha provato, ci sta provando. E’ in perenne difficoltà, perché ha bisogno di comunicare agli altri suoi sentimenti più profondi, quelli che non fanno ridere anzi spesso sono cose un po’ tristi.  Si trova un muro davanti. Anche se percepisce che altri sono come lei. Ma gli altri riescono a fingere, riescono a tenersi questa parte per sé, chiusa, forse per sempre, in un cassetto virtuale. Allora prende una decisione, vicino a casa sua c’è un parco, abbastanza grande, non tanto frequentato per questo ha deciso di andare lì, scegliersi un posto e cominciare a parlare a dire come sono i suoi sentimenti, la propria spiritualità, il suo modo di pensare il presente e quindi il futuro. È la prima volta, Davide arriva nel parco. Gira un po’, pensa quale sia il posto migliore, nascosto ma non troppo, incoscientemente, forse, spera che qualcuno lo ascolti o forse gira perché vuole ancora riflettere se è una buona idea questa di parlare alla natura. Davide si decise, ha fortuna, trovo un tronco tagliato che sembra un piccolo palco, ci sale, e comincia a parlare. Non ha preparato un discorso, un pensiero, non aveva intenzione di essere subito nella parte. Era solo una prova, per ora. Ecco che vede un gruppo di bambini passare in bicicletta. Tra loro c’erano due bambini di colore che se la stavano passando insieme a tutti gli altri. Gli balenò un pensiero e senza pensarci dice la natura: “Perché l’uomo è razzista e il bambino no!. Perché l’uomo è razzista con un nero e con tutti i neri, ma quando i neri sono campioni dello sport si chiude un occhio, anzi due. Non sono più inferiori, puzzolenti, sporchi e via dicendo. Perché non si urla a Jacob sporco nero, a Leao sporco nero eccetera eccetera. Perché il razzista non va allo stadio manifestare il suo razzismo urlando: “Via i neri dalla mia squadra !. D’altra parte lo manifesta in tutte le occasioni possibili suo odio. E’ andata, sembra che nessuno l’abbia ascoltato, se non qualche passerotto di passaggio. Anna scende dal tronco, si sente bene, ha potuto dire quello che in quel momento ha pensato, senza filtri, senza il timore di far dispiacere a qualcuno. Ripensandoci avrebbe voluto che qualcuno ascoltasse…… Anzi no.

PS: Questa storia che vi ho raccontato è la storia di molte persone che non hanno il coraggio di esprimere la loro idea, oppure non agiscono, perché pensano che tanto non cambierà mai niente.  Ecco perché alla fine Anzi No ! Ma quel Anzi No deve essere un trampolino, perché la storia non deve finire con Anzi no. Ma si deve avere la voglia di ragionare e di non vergognarsi di quello che pensiamo e di quello che siamo, ed avere il coraggio di raccontarsi. IL coraggio di non nascondersi.  Perché solo così si può cambiare questa società silente che viene manipolata dai maggiori  mainstream e da questa politica che fa solo gli interessi di chi ci vuole fare diventare dei robot viventi.

 

Ne parliamo con Sauro: Spunti di riflessione “Undicesimo Comandamento: Assumersi le proprie responsabilità”