Guerra o pace. Se anche un prete e i suoi parrocchiani tifano per la guerra.
Conosco un prete che tifa per la guerra. Lui in realtà la guerra l’ha sempre ripudiata “è un prete”, è matematico: un prete non può tifare per la guerra. Si, ci sono casi di preti che si sono innamorati di Mussolini ma quelli li considero preti “abusivi”. Bè questo prete, mio conoscente, non amico, mi raccomando, ebbe, un’idea folle.
A volte i preti sono una energia impensabile per i loro parrocchiani. Infatti, dopo aver considerato la propria parrocchia malmessa, con muri scrostati, con addirittura delle crepe, la campana che non si può più suonare non è stabile ed è stata sostituita con un megafono, le stanze per gli incontri sono prive di riscaldamento, e quando ci si ritrova in inverno per fare la dottrina, bisogna indossare o coprirsi con un piumino. Insomma la situazione, mi diceva, non era buona e le prospettive neanche, visto che le richieste di fondi al “Vaticano” erano stati sempre rimandati. Questo prete non aveva speranze e la sua parrocchia doveva rimanere decadente e sempre più difficilmente agibile, tanto è vero che molti parrocchiani sceglievano di non andare a messa e di non mandare i propri figli a dottrina. Questo giovane prete non ce la faceva a sopportare questa situazione. Parrocchiani lontani dalla parrocchia perché la stessa è insalubre e insicura per le ragioni dette sopra. Non dormiva la notte per cercare una soluzione e la soluzione non arrivava. Dopo settimane e settimane gli balenò un’idea per trovare i soldi per la parrocchia. Quest’idea gli sembrava buona e l’unica possibile ma…. non era consona ad un prete pur non essendo vietata (credo) dalla curia. E fu così che si decise di portare avanti la sua idea, ma almeno pensava lui, devo sentire i miei parrocchiani se sono d’accordo! E se sono d’accordo si procederà. Fu così che, in un periodo abbastanza mite, convocò i parrocchiani. Tutti dovevano essere presenti, si parlava di come restaurare la chiesa. I parrocchiani risposero a questo appello del proprio prete in massa, anzi tutti andarono a questa riunione, troppa era la curiosità. E una volta riempita la sala il prete prese la parola: “Cari parrocchiani, sapete meglio di me, come versa la nostra parrocchia. Ho chiesto ad un geometra quanti soldi ci vorrebbero per dagli una sistemata e renderla agibile, e, hai me, come prevedevo, mi ha fatto un preventivo di 10.000 euro. Noi lo sapete bene, abbiamo raccolto con le vostre donazioni 2.900 euro e ne mancano 7.100 per poter iniziare lavori. Bene, anzi male, cari parrocchiani il lavoro non si può fare. Dobbiamo tenerci la parrocchia così com’è” (delusione tra la gente presente). Dopo una pausa decisa, il prete riprende la parola e inizia: “Ma ho un’idea!” il mormorio smise, curiosi di sentire il loro prete cosa avete da dire:
“Cari parrocchiani ho letto che c’è un titolo azionario che sta facendo guadagnare tanti soldi. Io pensavo di investire questi 2.900 euro in questa azione e secondo i miei calcoli dopo un anno avremo questa somma più che triplicata (quasi 10.000 euro), così potremmo iniziare i lavori della nostra parrocchia”. Inutile dire che c’era tra i parrocchiani chi era d’accordo e chi no. Ma la decisione fu presa e si decise nel fare questo investimento. Erano azioni riguardanti l’andamento della produzione di tegami in metallo. Un metallo innovativo che garantiva una cucina sana e risparmiosa. Una volta fatto questo investimento, non vi dico i parrocchiani: tutti i giorni sul televisore per vedere l’andamento di questo investimento. Le cose nei primi mesi sembravano andare nella direzione sperata, il valore investito dopo tre mesi era diventato 4.900 euro, le speranze stavano diventando certezze. I parrocchiani contenti del loro prete andavano a messa anche quando era molto freddo e si rischiava di ammalarsi. Poi, come succede quasi sempre, la favola divenne tragedia, per motivi che non sto a spiegare, al settimo mese l’investimento iniziale di 2.900 euro era diventato poco più di 2.000 euro. E le cose non sembravano che potessero migliorare.
I parrocchiani cominciarono ad allontanarsi dalla parrocchia e dal prete ritenendolo responsabile di questa scelta: la decisione di investire 2.900 euro i soldi raccolti dai suoi parrocchiani. Tristezze e malumori si amplificarono nei due mesi successivi, l’investimento era diventato da 2.900 euro a 1.500 euro. Ormai all’ottavo mese nessuno aveva più speranze, neanche di recuperare i soldi investiti inizialmente. Poi al decimo mese è successo un miracolo, l’investimento cominciò a salire un poco, eppure le padelle non si vendevano! Cosa era successo per farsi che un investimento dopo mesi di perdite cominciava a salire?.
Si scoprì che la fabbrica che produceva pentole aveva cominciato a produrre involucri in metallo. Questi involucri non erano altro che delle bombe! Si delle bombe! Una volta costruiti questi involucri di metallo venivano portati in un’altra fabbrica e li sarebbero stati riempiti di materiale ultra esplosivo. Ora ci si trovava di fronte ad una realtà atroce, il prete e i parrocchiani dovevano scegliere se sperare nelle guerre e avrebbero soddisfatto il loro desiderio e cioè di rimettere a posto la propria parrocchia o dovevano scegliere di non sperare nelle guerre, in quanto causa di migliaia di morti, e non avere soddisfatto il proprio desidero: sistemare la loro parrocchia. Non è importante cosa hanno pensato il prete i suoi parrocchiani, perché questa è una storia verosimile, non vera, serve solo per spiegare che le azioni in borsa chi le compra non comporta solo un danno o vantaggio economico ma può subire facilmente un deterioramento della propria morale: PREFERIRE UNA GUERRA INVECE CHE LA PACE